domenica 9 agosto 2009

La fame nel mondo è colpa nostra,ma se mangiamo verde?


Allarme FAO: 1.020 milioni di persone soffrono la fame ogni giorno.
Nonostante vari importanti trattati internazionali che con nobile intento affermano il diritto di tutti al cibo, ci troviamo di fronte al fatto che un sesto dell'umanità sta morendo di fame. Questa catastrofe ci fa capire che nel nostro villaggio globale qualcosa è ovviamente uscito dai binari dell'etica e della razionalità.
- La fame e la malnutrizione stanno uccidendo quasi sei milioni di bambini l'anno, mentre altri bambini in altre parti del mondo sono costretti a una dieta satura di carne, che li porta all'obesità e a una gran varietà di malattie che accorciano la loro aspettativa di vita e pesano sul sistema sanitario pubblico.
- L'inefficiente sistema di produzione della carne continua a espandersi fuori da ogni controllo, ma ancora le istituzioni come la FAO continuano a sostenere questa tendenza, nonostante gli alti costi ambientali in termini di inquinamento del suolo, dell'acqua, dell'aria, anziché tentare di fermare questo processo, o almeno di rallentarlo.
- La giustizia sociale è compromessa: anche di fronte a tanta povertà, una proporzione enorme di risorse alimentari (fino al 95 per cento della soia) vengono ancora dirottate verso gli animali d'allevamento anziché essere usate per nutrire le persone.
Il direttore generale della FAO, Jacques Diouf, afferma: “L'attuale situazione di insicurezza alimentare mondiale non può lasciarci indifferenti”.
Infatti, non può. Per troppo tempo non è stato fatto nulla di concreto per risolvere questa situazione drammatica.
Tuttavia, il recente comunicato della FAO evita di considerare l'impatto che 56 miliardi di animali, nutriti ogni anno per essere poi macellati, rappresentano per il problema della sicurezza alimentare.
Dov'è la giustizia sociale?
Specialmente in tempi di estrema sofferenza, buonsenso vorrebbe che venisse svolta un'indagine obiettiva su tutti i mezzi adeguati per alleviare tale sofferenza, e questo nell'interesse di tutti, poveri e ricchi. Dopotutto, se la gente che muore di fame si rifiutasse di continuare a portare questo fardello in un silenzio rassegnato, e decidesse invece di ribellarsi, il disordine sociale risultante metterebbe in pericolo tutti, anche chi oggi si sente al sicuro e tranquillo.
La scelta vegetariana offre una gran varietà di benefici e questo stile di vita rispettoso è proprio il modo ideale di risolvere la tragedia della fame nel mondo. Una dieta senza carne, o anche solo una sensibile diminuzione dei consumi di carne, libererebbe in tempi brevi una quantità enorme di cibo e risorse: se solo gli americani riducessero il loro consumo di carne del 10 per cento, potrebbero essere nutriti 100 milioni di persone in più!
Ogni vegetariano è una testimonianza vivente di solidarietà e contribuisce in modo determinante a una nuova società, giusta e responsabile, di cui abbiamo bisogno con tanta urgenza.

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