domenica 9 agosto 2009

No alle uova di galline maltrattate


Un´utile guida per il codice uova: meglio una gallina sana che una malata...
Le uova sono buone. Le uova fanno bene. Vi sono mille ricette per cucinare con questo semplice ma essenziale alimento.
Non tutti possono o vogliono farne a meno, ma, quando le acquistiamo, sappiamo da dove arrivano? Sappiamo se la nostra "adorata" gallina è stata trattata bene? Se ha respirato aria pura, se ha mai visto un raggio di sole e se ha mangiato sano?
Alcune galline vengono maltrattate, chiuse in gabbie piccolissime senza possibilità di muoversi, di camminare, di vivere.
Ad alcune crescono troppo le unghie (non riuscendo a tagliarsele stando in una scatoletta di ferro) e s'impigliano con la grata della gabbia, rimanendo così incastrate. Altre impazziscono e diventano aggressive (beh... vorrei ben vedere, ne hanno tutto il diritto!).
Possiamo chiudere questi bunker d'allevamento? No, noi no... ma il mercato si! Come fare? Vediamo subito di spiegarlo:
Per legge le uova devono avere, sia sulla confezione (non sempre) che sul guscio, un codice. Facciamo un esempio. Se sul vostro uovo trovate il seguente codice:
3 IT 001 VR 0XX
il primo numero (quello che più c'interessa) indica il tipo di allevamento:
"0" - produzione biologica (una gallina per 10 metri quadrati su terreno all’aperto, con vegetazione)
"1" - all'aperto (una gallina per 2,5 metri quadrati su terreno all’aperto, con vegetazione)
"2" - a terra (sette galline per 1 metro quadrato su terreno coperto di paglia o sabbia in capannoni privi di finestra e luce sempre accesa)
"3" - in gabbia (25 galline per metro quadrato, in posatoi che offrono 15 centimetri per gallina)
IT - paese di produzione delle uova
001 - comune di allevamento
VR - provincia di appartenenza
0XX - allevamento di deposizione
Venuto a conoscenza di questi tipi di allevamento mi son saliti i brividi. Da allora guardo sempre il codice ma, purtroppo, mi sono accorto che il 90 (se non il 99) per cento dei supermercati e negozi vendono uova di tipologia 3, ossia "made in bunker". E' vero, le biologiche (tipologia 0) costano 30, 40, 50 centesimi in più ma...
Primo: non spendiamo forse cifre maggiori per altri prodotti superflui?
Secondo: è più sano e salutare un uovo fatto da ua gallina che vive in mezzo alla natura o quello fatto da una gallina che vive al chiuso, schiacciata in mezzo ad altre "sorelle di sventura" e con luce artificiale perenne?
Dopodiché, preferisco pensare questo povero animale libero in mezzo al verde, che cammina, corre e, perchè no, gioca.
Meditate gente, meditate...

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